Interviste
Come Team di Wing Tsun abbiamo avuto il piacere di essere intervistati da numerose radio, tra cui da “ANG in Radio, per il progetto Giovani Frequenze”. Lisa, Samanta, Andrea e Alessandra hanno raccontato la loro esperienza all’interno della nostra ASD, parlando dei valori e degli insegnamenti trasmessi dal Wing-Tsun.
L’intervista, riportata di seguito, è disponibile anche come PODCAST direttamente sul sito web di ANG in Radio.
Partiamo dalla prima domanda: cosa è il Wing Tsun?
Lisa: ciao a tutti, il Wing Tsun è un’arte marziale che oltre l’autodifesa permette di acquisire degli strumenti utili nella vita di tutti i giorni.
L’associazione di cui faccio parte e di cui vorrei parlarvi è la ASD Wing Tsun Team Burgalassi. È un’associazione che punta, oltre a rendere gli allievi capaci di difendersi, anche all’attività formativa che il Wing Tsun rappresenta, in quanto non è solo un’arte marziale ma anche un insieme di valori. Nel team si punta molto a quella che è la valorizzazione dell’ allievo, ovvero il cercare di incrementare le potenzialità di ognuno, e inoltre si toccano temi anche come quello della difesa dal bullismo.
La pratica del Wing Tsun permette di acquisire una serie di capacità nella vita di tutti i giorni che possono rivelarsi molto utili, tra cui per esempio il miglioramento della coordinazione e della concentrazione, una migliore gestione dello stress e capacità di problem solving e in generale un aumento del benessere psicofisico. Inoltre si punta molto a sottolineare la bellezza intrinseca di questa arte marziale, che quindi unisce questo aspetto alla funzionalità.
Perché avete scelto di fare arti marziali? E perché proprio il Wing Tsun?
Samanta: ho iniziato a praticare arti marziali per puro caso, il Wing Tsun io non sapevo nemmeno cosa fosse e soprattutto che esistesse, ho iniziato così veramente per caso perché un giorno sono venuti degli istruttori a fare una dimostrazione alla scuola che frequentavo, la dimostrazione sembrava interessante quindi io una mia amica abbiamo deciso di partecipare.
La dimostrazione ci è piaciuta veramente tanto e abbiamo deciso di andare a fare una prova in palestra. Li sono veramente rimasta affascinata, anche perché la cosa che mi ha colpito di più è il fatto che lo stile è stato inventato da una donna. Allora avevo 15 anni e quindi mi sono detta “Ma sì, ce la posso fare” e da lì è iniziato il mio percorso.
Andrea: allora, per me è stata una cosa abbastanza particolare. Nel senso che non sono andato a cercare le arti marziali ma piuttosto è successo il contrario. Ero in sala pesi con un paio di amici quando è arrivato quello che sarebbe poi diventato il mio istruttore, e mi ha proposto di fare una prova. Ho provato e sono rimasto incantato, è uno stile astutissimo nel senso che non è basato sulla forza bruta. Purtroppo, a spiegarlo così non rende, ma in pratica permette di sviluppare una sensibilità tattile tale da capire dove l’avversario vuole attaccarti, quindi tu hai un contatto, senti dove sta andando il suo attacco, lo mandi a vuoto e attacchi contemporaneamente. Il risultato è che la persona non ha nemmeno il tempo di capire cosa sta succedendo che è già al tappeto.
Alessandra: le arti marziali sono sempre state una passione per me, direi anche una valvola di sfogo. Ci ho messo un po’ a trovare quella che facesse realmente per me e ora sono due anni che pratico il Wing Tsun. Posso dire che è un percorso lungo ma dà tanto sia a livello fisico che forse soprattutto a livello mentale. Il mio maestro infatti dice sempre: “Mente debole Wing Tsun debole, mentre forte Wing Tsun forte”, perché comunque non è solo un’arte marziale ma piuttosto un modo di pensare e di agire in determinate situazioni, possiamo dire attitudine mentale. Un’altra cosa che il Wing Tsun mi ha insegnato è che se la mente sa di potercela fare, puoi fare qualsiasi cosa, ed è un concetto che all’inizio faticavo un po’ a comprendere, ma ora ho capito che è realmente così.
Grazie Samantha Andrea e Alessandra per la vostra risposta che racchiude tre piccole storie. Ora vorrei chiedervi cosa vi ha dato nella vita di tutti i giorni praticare arti marziali, e se ci sono stati dei momenti particolari che avete affrontato in modo positivo grazie al Wing Tsun, insomma raccontatemi.
Samanta: il Wing Tsun mi è stato veramente tanto di aiuto nella vita di tutti i giorni. Una cosa che penso è che avendo iniziato a 15 anni sono cresciuta con questa arte marziale; quindi, sono stata veramente tanto influenzata sia nel modo di pensare nel modo di comportarmi e anche nel modo di affrontare le varie situazioni. Un esempio che posso portare è un esempio lavorativo: può darsi che al lavoro veniamo sottoposti a stress, ci sono determinati problemi etc… Ecco, grazie a Wing Tsun ho imparato a razionalizzare il problema, non farmi prendere dal panico e soprattutto a cercare di trovare una soluzione. Questo mi è stato veramente tanto di aiuto, proprio questa è la cosa più affascinante di questo stile secondo me, cioè tutti i concetti che impari nell’ambito del combattimento e che poi finisci per usare anche nella vita quotidiana.
Andrea: è un approccio alla vita, in realtà è molto concreto e pratico. Una delle prime cose che ho imparato è magari a giudicare l’operato di una persona, o anche il mio, non tanto dalle parole o da altri fattori esterni, quanto piuttosto dalle azioni della persona stessa. È un concetto semplicissimo, è banale se vogliamo, ma una volta che se ne è pienamente consapevoli fa luce su svariante situazioni che possono capitare tutti i giorni.
Alessandra: non mi sono mai trovata in una situazione in cui ho dovuto ricorrere all’autodifesa per fortuna, ma sicuramente mi ha dato molta sicurezza e come dicevo il percorso è piuttosto lungo, quindi comunque implica maturazione e per maturare ci vuole impegno e nel mio caso direi che questo ha comportato anche un sacrificio, perché comunque per raggiungere determinati obiettivi per lavorare su se stessi è necessario uno sforzo e bisogna superare un po’ alcune abitudini, imparare ad ascoltare, accettare il cambiamento e si fa un pochino fatica all’inizio, però dopo hai tanta soddisfazione anche a livello fisico. È una disciplina che dà tanta soddisfazione e ho trovato anche un ambiente direi familiare e questo è importante e almeno per me ha fatto sicuramente la sua parte. Quindi diciamo che è partito come una ricerca di uno sfogo ed è diventata parte della mia vita.
Siamo arrivati alla fine di questa intervista, ringraziamo Lisa, Samantha, Andrea ed Alessandra. E vorrei salutare tutti ricordando l’aneddoto del vostro maestro, ovvero se la mente sa di potercela fare, allora possiamo fare tutto!
Grazie per essere stati con noi.